Uno degli aspetti che caratterizza il suo lavoro sin dagli esordi è il rigore nel comunicare in modo essenziale, la concentrazione di disporre pochi elementi capaci di coinvolgere il pubblico sul piano sensoriale: poche tracce destinate a produrre un effetto immersivo.
Marina Fulgeri, lavorando con il video, la fotografia e realizzando installazioni in relazione con lo spazio espositivo (la storia dello spazio, l’atmosfera, le suggestioni) costruisce immagini e situazioni che da un lato sono intenzionalmente aperte e destinate a lasciare lo spazio necessario allo spettatore affinché la sua esperienza possa compiersi con il maggiore grado di libertà possibile, dall’altro commentano aspetti centrali della condizione contemporanea.
A questo proposito, scrive la stessa artista parlando del lavoro realizzato per la mostra Collaudi : “Vedere,guardare, spiare, controllare, sorvegliare, studiare, indagare, collaudare lo spazio espositivo di Villa delle Rose come se fosse la prima volta, è l’idea generatrice del progetto Vision n.1 . Ad una prima visione, l’impatto con lo spazio mi porta a lavorare legando il luogo e l’opera in un’ immediata unione spazio-temporale. Così come accade in una reazione chimica, tra gli elementi della mia ricerca si viene a stabilire un legame imprescindibile dal quale si generano ulteriori riflessioni, sia sull’atto del guardare, quanto sull’essere guardati, quesiti questi che spesso lasciano irrisolta la domanda: da chi o da che cosa siamo osservati?”.
EMANUELA DE CECCO